
L'isola Habitat al Villaggio Olimpico di Vancouver 2010

Nell'ambito dello sviluppo del Villaggio Olimpico per i Giochi Olimpici e Paralimpici Invernali di Vancouver 2010, è stata costruita una nuova isola nell'insenatura altamente urbana di Lower False Creek per creare un habitat per pesci e altri animali selvatici. Il Villaggio Olimpico è stato costruito in un'ex area industriale con litorale degradato, alte concentrazioni di inquinanti e basso valore di biodiversità. Per compensare un'area di litorale degradato riempita per la costruzione del Villaggio Olimpico, gli sviluppatori hanno progettato Habitat Island, una nuova isola adiacente al sito del Villaggio Olimpico con caratteristiche che includono un litorale naturalistico e vegetazione autoctona. Per aumentare il valore della biodiversità dell'area sono state aggiunte anche risorse speciali, tra cui l'habitat intertidale e le zone umide naturalizzate di Hinge Park, che collega Habitat Island al sito del Villaggio Olimpico.
Contesto
Sfide affrontate
Posizione
Impatti
L'isola dell'habitat è diventata un santuario urbano lungo il False Creek sudorientale. All'area sono stati aggiunti strati profondi di terra, roccia, ciottoli, ghiaia, sabbia e massi per fornire stabilità e nutrimento agli oltre 200 alberi autoctoni, nonché agli arbusti, ai fiori e alle erbe autoctone che crescono naturalmente nella regione. Dalla sua costruzione, questi habitat hanno ospitato una varietà di animali selvatici, tra cui una coppia di castori e la loro prole, stelle marine, granchi, cirripedi e altre creature. Circondata dall'acqua durante l'alta marea, l'isola è anche un santuario per gli uccelli. Il valore dell'area per la biodiversità è stato ulteriormente migliorato durante il processo di costruzione del Villaggio Olimpico grazie all'inclusione di tetti verdi su oltre il 50% dell'impronta dell'edificio, migliorando la qualità complessiva della matrice per uccelli e insetti volanti. In questo modo, la riqualificazione associata a nuove costruzioni per lo sport è stata in grado di avere un impatto positivo sulla biodiversità acquatica e terrestre in un contesto altamente urbano, convertendo terreni industriali degradati in habitat vivibili sia per gli atleti che per la fauna selvatica.