Blocco di costruzione n. 1: identificazione delle aree su cui intervenire attraverso azioni di restauro attive e passive.

L'identificazione delle aree da ripristinare ha lo scopo di determinare il numero di ettari in cui implementare azioni di ripristino attivo (che consiste nell'intervento diretto dell'uomo sulla struttura e sulle caratteristiche dell'ecosistema degradato, al fine di sostituirlo, riabilitarlo o ripristinarlo per garantire l'esistenza di un ecosistema strutturato e funzionale) e di ripristino passivo (incentrato sull'eliminazione o sulla riduzione al minimo dei disturbi che causano il degrado, lasciando che l'ecosistema degradato recuperi da solo la propria struttura e funzionalità).Questo processo è stato portato avanti attraverso la metodologia dell'osservazione e della ricerca partecipativa, che consiste nell'effettuare escursioni sul campo con alcuni membri della comunità, per prendere punti di georeferenziazione con il GPS, costruire successivamente i poligoni e calcolare l'area da ripristinare, che comprende 196,2 ettari. Parallelamente a questa attività, viene effettuata una diagnosi dello stato di conservazione e della composizione delle specie vegetali presenti nell'area per determinare il grado di intervento a cui è stato sottoposto l'ecosistema e prendere così la decisione sul tipo di ripristino da attuare.

  • Fonti di finanziamento disponibili presso il Governo nazionale e progetti di cooperazione internazionale (GEF Galeras Mosaic Heritage Fund - KFW).
  • Disponibilità di sistemi informativi geografici.
  • Disponibilità delle comunità contadine a partecipare alle attività di restauro.
  • Creare un rapporto di fiducia con le famiglie contadine, che sono state coinvolte nelle attività della strategia di ripristino ecologico, raggiungendo così un grado di corresponsabilità nella conservazione dell'area protetta.
  • Il team tecnico del SFFG ha acquisito esperienza nella realizzazione di attività di restauro attivo e passivo.